
Corte dei Miracoli - via Roma 56
"Scrivere e R/Esistere in Maremma dopo Luciano Bianciardi"
con gli scrittori:
Alberto Prunetti, Alessandro Angeli, Luciana Bellini, Antonello Ricci
partecipano:
Angelo Romagnoli - Progetto Bianciardi
Gianni Farina e Consuelo Battiston - compagnia teatrale Menoventi
conduce Stefano Pacini - redattore Maremma Libertaria
La Maremma come terra di scrittori resistenti, refrattari alle catalogazioni di genere ma con salde radici nella storia di una terra amara, agra e ribelle. La Maremma nelle storie di Luciana Bellini, testimone del tramonto della civiltà contadina e del faticoso riscatto delle donne della riforma agraria. La Maremma di Antonello Ricci e la sua Banda del Racconto, tra oralità, ottave e poesia civile. La Maremma di Alessandro Angeli tra vecchie e nuove frontiere, giovani dispersi, vite bruciate. La Maremma di Alberto Prunetti, sovversivi, migranti, operai che neppure l'Amianto è riuscito a piegare. Scrivere-vivere-resistere oggi in una Maremma sotto attacco di speculatori, inquinatori e ruffiani, senza dimenticare la lezione di Luciano Bianciardi.
Sabato 23 febbraio, alle ore 17.30, la Corte dei Miracoli ospita una panoramica di testi, scritture ed esistenze: stili e riflessioni, evoluzioni del pensiero di Bianciardi.
Evoluzioni che sconfinano dalla pagina scritta per approdare all'indagine e alla rappresentazione teatrale di quella condizione esistenziale presente nel suo lavoro.
Partecipano infatti all'iniziativa, Angelo Romagnoli attore e curatore, insieme a Raffaella Ilari, del “Progetto Bianciardi”, progetto che nel marzo del 2012 ha visto la realizzazione del convegno “Nascere intellettuali, morire pompieri – la scrittura di Luciano Bianciardi tra scena e letteratura” nonché la messa in scena del testo “Non leggete i libri, fateveli raccontare” , una produzione Compagnia Pennacchia Romagnoli/laLut.

L'iniziativa è realizzata e condotta da Stefano Pacini, redattore di Maremma Libertaria, in collaborazione con libreria La Zona e Corte dei Miracoli.
"Non basta sganasciare la dirigenza politico-economico-social-divertentistica italiana. La rivoluzione deve cominciare in interiore homine. Occorre che la gente impari a non muoversi, a non collaborare, a non produrre, a non farsi nascere bisogni nuovi, e anzi a rinunziare a quelli che ha."
(La Vita Agra, Luciano Bianciardi)
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